Villa Arvedi e Valpantena In bicicletta a pochi chilometri da Verona

Set di Letters to Juliet, l’elegante Villa Arvedi gode di una posizione mozzafiato sulla valle

Intorno a la cità son vallicelle
E più giardini dal monte e dal piano
Con varii frutti e allegre fontanelle
Che danno gran piacer all’uso umano.
Corna da Soncino, rimatore del 1400

La Valpantena è una delle vallate su cui Verona si allunga. Deve il suo nome al Pantheon, tempio romano a Santa Maria in Stelle, paesino di mezza valle, o forse allude alla presenza di pantano: terreno fangoso. Abitata già in tempi antichi, rimane zona sia rurale che di villeggiatura signorile, terra in parte di mezzadria e in parte di piccoli proprietari poveri. Con la Rivoluzione Francese, Venezia concede proprietà a coloro che combattono al suo fianco, e la famiglia Allegri acquista il predominio della zona, appropriandosi di molti terreni attorno alla villa già di proprietà: la Villa Allegri.

L’edificio, tra Grezzana e Marzana, originario del 1200, era stato fatto costruire dall’importante famiglia veronese Della Scala. Quando la famiglia Allegri perde gradualmente il proprio prestigio e la villa viene venduta a Giovanni Antonio Arvedi, diventando Villa Arvedi.

Sopraelevata sul declivio di un colle e protetta da un bosco, la Villa domina la Valpantena. La facciata è ornata da un portico, da una grande terrazza, da statue; davanti a lei un grande giardino all’Italiana, con siepi di bosso ben potate organizzate in disegni e forme geometriche barocche. A destra del giardino, la grotta adorna di conchiglie; dietro la Villa, la Cappella San Carlo Borromeo, decorata ed affrescata. All’interno le ampie sale dei Cesari e dei Titani, con le loro scenografie di paesaggi fantasiosi e scene mitologiche, i soffitti in legno, i dipinti impreziositi da grosse cornici scure, meritano una visita. Oggi la Villa è parzialmente utilizzata come residenza dai proprietari e in parte è visitabile; ospita inoltre eventi di vario genere. Funziona ancora come azienda agricola, dispone di un frantoio e di uno spaccio di olio extravergine.

In bicicletta dal centro di Verona, la Villa si raggiunge agilmente. Usciti dal centro abitato, si imbocca la Valpantena, oggi piuttosto popolosa e con strade ad alta velocità. Si potrebbe pedalare lungo il progno, una strada sterrata sull’argine del torrente in mezzo alla vallata. Scegliamo però una strada secondaria asfaltata, che ha un fondo più regolare e costeggia comunque bei campi coltivati a vigneti, con prati brillanti di giallo: il tarassaco primaverile. Salendo la valle si stringe e ammiriamo le pendici delle colline: boschi, vigne, uliveti…

L’ultimo tratto davanti a Villa Arvedi, siamo su una (breve) ciclabile. Così, pedalando in sicurezza, possiamo goderci la Villa che si avvicina tra gli alti cipressi, con le siepi ben tagliate, i prati sgombri fino alla facciata. L’atmosfera è quella di un luogo d’altri tempi, le sale raccontano storie di antiche famiglie nobiliari, molte sono vuote di mobilio, i passi restituiscono l’eco, ma socchiudendo gli occhi si immaginano piene di tavoli, di divani, di tappeti, di chiacchericci e di intrighi.

Uscendo quasi dimenticavo, sono arrivata in bicicletta, non in carrozza.

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